Speciale: Abel. Il ritorno di Alessandro Baricco al romanzo
Un contributo originale di Baricco sulla nascita del libro, interventi di Alessandro Mari, video e molto altro. Uno speciale in progress dedicato ad Abel. Dopo oltre 8 anni da...
Mesi dopo l’ultimo, portentoso snap! che lo ha reso uno Spento e che ha annullato gli effetti del suo schiocco di dita, Timo sembra felice anche senza alcun talento magico. Ha accettato il fatto che dovrà convivere per sempre con gli esiti dell’Impronta: il sortilegio che gli ha lasciato una ciocca di capelli bianchi sulla fronte. Questo, almeno, finché non deve presentarsi alla festa di compleanno di nonna Lucina. Timo sa che tutti i parenti lo giudicheranno per ciò che ha fatto: il suo dono, sfuggitogli di mano, ha messo a repentaglio il segreto dell’esistenza delle famiglie magiche. Ma il giudizio che il ragazzo teme di più è proprio quello di nonna Lucina, la più saggia Splendente della famiglia. Per fortuna la sua amica Diana l’ha accompagnato. Mentre sfogliano l’antico Grimorio che raccoglie le vite di tutti gli Spenti e gli Splendenti, Timo si accorge con stupore che la pagina dedicata a nonna Lucina è annerita come se qualcuno l’avesse bruciata. Di colpo le rune poste a protezione della casa prendono fuoco, mentre chi si trova in giardino crolla a terra privo di sensi, avvolto da una strana foschia purpurea. Là fuori ci sono anche i genitori di Timo, che chiede a nonna Lucina di intervenire. «Io non mi chiamo Lucina» rivela la donna. «E qualcosa che arriva dal mio passato è venuto a cercarmi. Un Divoradoni. Se vi raccontassi questa storia, non ci credereste mai. Dovete vederla.» Blink! Sotto lo sguardo incredulo di Timo, la nonna sbatte le palpebre una volta, e la luce intorno trema. Quando le sbatte per la seconda volta, qualcosa li strappa via da lì. Dentro un fondale di stelle, tra sconfinati abissi. Fino alle porte del tempo.
La luce si spande ancora. Il mio potere è selvaggio. Corre! Vola! Nuota! Più di trecento anni l’ho tenuto rinchiuso. Ora vuole solo splendere. La realtà attorno a me si apre come un vasto archivio di barlumi. Vedo stanze, camere,
palazzi ricolmi di antiche storie. Le ho raccolte tutte e le ho tenute nel cuore. Credo che non ci sia bene maggiore, tesoro più grande o abbraccio più tenero di una storia che ti scalda l’anima. Perché le storie – io sì, posso dirlo – mi hanno salvata.
Luca Azzolini è nato a Ostiglia (in provincia di Mantova) nel 1983 e si è laureato presso l’Università degli Studi di Verona in Scienze dei Beni Culturali nel 2006 e …