Che cosa chiediamo alla scuola? Che semplicemente riproduca la cultura, ovvero la condivisione sociale del gusto e dei saperi, e uniformi i giovani a uno stesso stile? Oppure le chiediamo di dedicarsi all'ideale di preparare i giovani ad affrontare il mondo in evoluzione che dovranno abitare, senza sapere come esso sarà e cosa richiederà loro? Nell'affrontare il problema della funzione dell'educazione oggi, Bruner parte dalla questione fondamentale del funzionamento della mente, con i suoi vari modelli, poiché l'educazione non riguarda solo problemi scolastici tradizionali (come il curriculo, i voti, le verifiche), ma è invece strettamente connessa con il particolare contesto culturale. Se è vero infatti che la cultura è creazione dell'uomo, è altrettanto vero che essa plasma la mente che senza cultura non potrebbe esistere: imparare, ricordare, parlare, immaginare sono cose rese possibili dalla partecipazione a una cultura e l'attività mentale non è solitaria, è invece vissuta con gli altri, fatta per essere comunicata, sostenuta da codici culturali e tradizioni. Da questo punto di vista, la psicologia culturale e le moderne teorie della mente possono rivelarsi la chiave di volta per dare nuove risposte alle questioni poste dall'educazione e aprire nuovi orizzonti all'insegnamento.