“Il grande romanzo della sinistra italiana inizia da un peccato originale.”
Livorno, 15 gennaio 1921. Dopo due anni di risultati politici ed elettorali importanti, mentre nel paese serpeggia la minaccia fascista, si apre il diciassettesimo Congresso del Partito socialista italiano. Segue una settimana drammatica che, con il divieto di qualsiasi compromesso tra rivoluzionari e riformisti, porterà a un punto di non ritorno: la scissione, con la conseguente nascita del Partito comunista d’Italia. Sembra passato molto tempo dalla presa del Palazzo d’Inverno, mentre sono trascorsi solo tre anni e poco più. Ma questa è un’epoca nuova: il secolo breve è cominciato e avanza molto velocemente. Mancano meno di settecento giorni alla marcia su Roma. In una cronaca politica animata dalle voci di protagonisti epici – da Terracini a Turati, da Serrati a Bordiga, a Gramsci defilato e silenzioso –, i protagonisti straordinari della più lacerante scissione della sinistra italiana rivivono nella cronaca di un evento epocale, animato da ideali altissimi di riscatto sociale, ma cieco nei confronti della minaccia fascista. Ezio Mauro ricostruisce quei momenti decisivi grazie a fotografie, pagine ingiallite di giornale, lettere, poesie, strofe di canzoni scritte a mano su un quaderno di scuola, agende di famiglia e racconti di chi in quelle ore c’era. Perché quanto accadde a Livorno deve essere compreso: quella scissione, quel peccato originale, fu per la sinistra solo la prima di molte altre dannazioni.