“Probabilmente il miglior narratore inglese della sua generazione” Nick Hornby
Saga. Documentario. Thriller. Romanzo di memoria. Per La famiglia Winshaw, ormai tradotto in tutta Europa, si chiamano volentieri in causa tutte le definizioni care al giornalismo letterario. Ma la parola chiave è solo e soltanto “romanzo”, senza ulteriori specificazioni. Un grande romanzo, in cui l’io narrante – lo spaesato scrittore Michael Owen – si muove fra la propria storia di illusioni e trame adolescenziali, di ambizioni azzoppate e di amori frustrati, e quella di una famiglia di rapaci dominatori, gli Winshaw. Saldamente insediati ai posti di comando della finanza e della società inglesi, i componenti della famiglia Winshaw incarnano il delirio di potere che ha segnato gli anni di Margaret Thatcher, portando l’Inghilterra allo sfascio. La straordinaria abilità di Coe sta non solo nel fondere in modo perfettamente armonico la vita privata degli Winshaw con i suoi risvolti pubblici, ma anche nell’utilizzare diversi codici narrativi (dalla detective story all’horror gotico, dalla farsa alla satira politica), tutti perfettamente funzionanti. Generosissima di invenzioni, trucchi, incastri, scene madri, La famiglia Winshaw è un’opera di grande intrattenimento ma anche un romanzo “di denuncia”, una impietosa rappresentazione della macchina della sopraffazione e dell’avidità umane.