“Gli uomini imitano gli dei quando sono felici” Strabone
Che cos’è la felicità? La risposta non è affatto così chiara e immediata, una volta che ci si soffermi un momento a riflettere. Però la domanda è già antica; poeti, sapienti e filosofi, della Grecia e di Roma, hanno tentato di offrire delle indicazioni per avviarsi a una vita “buona” e “felice”. Transitando da Omero a Erodoto, da Platone ad Aristotele, da Epicuro a Seneca e Marco Aurelio, dai cinici agli scettici, dalla sapienza dei Misteri a Plotino, il volume costruisce un percorso di idee e di immagini che invitano il lettore a rovesciare e a rimodulare il proprio pensiero per interrogarsi sul nucleo profondo del proprio essere. Al di là delle differenze di approccio e dei termini a cui la felicità è ricondotta – il piacere, la virtù, la conoscenza, il divino –, un punto, infatti, resta centrale. Chiedersi in che consista la felicità significa, nella sostanza, chiedersi che cosa sia l’uomo, quale sia il suo compito, la sua funzione e il suo scopo nel grande gioco del cosmo. Significa chiedersi che cosa sia la “vita” di cui l’essere umano è partecipe e quale lavoro di sé ognuno sia chiamato a compiere.