Non c’è cultura o popolo sulla terra che non riconosca che il mondo che abitiamo è plasmato da tre grandi forze: la forza di ciò che è, cioè la forza delle cose, della tradizione, dei costumi, dell’uso comune, del sapere consolidato. La forza di ciò che deve essere, cioè la forza delle idee, di ciò che concorre a trasformare l’ambiente in cui viviamo e a sospingerlo verso una certa idea di giustizia, di legge, di fede. E infine la forza di ciò che è come dovrebbe essere ovvero la forza dell’esempio, in grado di esercitare la sua influenza grazie alla coincidenza di ciò che è e di ciò che deve essere: in un grande statista come in un grande medico o in qualunque altra figura sappia fondere essere e dover essere, fatti e norme, riconosciamo un modello ‟esemplare” cui ispirarsi nel giudizio e nell’azione. Il libro di Alessandro Ferrara esplora gli usi che l’‟esemplarità” può avere nel nostro orizzonte filosofico e, in particolare, in quello della politica. Che cos’è l’esemplarità? Come può qualcosa di unico possedere una significatività universale? Di che natura sono la forza esercitata dall’esemplarità e il giudizio che ci svela? Come può la forza dell’esempio affermarsi in contesti lontani da quello di origine e diversi tra loro?