La grande regressione

Quindici intellettuali da tutto il mondo spiegano la crisi del nostro tempo

di AA. VV.

“Servirà un’autentica visione globale a lungo termine – e tanta pazienza” Zygmunt Bauman

Assistiamo a una grande regressione. Lavoro e ricchezza si assottigliano pericolosamente nelle società occidentali, la retorica della sicurezza prende il posto della rivendicazione dei diritti umani e civili e i principi di cooperazione transnazionale sono sostituiti da violenti appelli per il rafforzamento della sovranità come “Make America Great Again!” e “Prima gli italiani!”, mentre i flussi migratori diretti verso i paesi dell’Unione europea paiono inarrestabili. La crisi economica, forse, non è mai finita. E improvvisamente ci troviamo di fronte alla necessità di misurarci con fenomeni che credevamo appartenere a un lontano passato: l’ascesa di partiti nazionalisti come il Front National francese, l’ondata di xenofobia e odio, l’inversione protezionistica della Brexit.
Di fronte a questi fenomeni dobbiamo prendere atto che tutti gli strumenti che consideravamo efficienti per affrontare le crisi si sono esauriti. È questa la denuncia di quindici grandi intellettuali da tutto il mondo, da Bauman a Žižek, da Arjun Appadurai a Paul Mason. Quindici voci diverse e autorevoli, che forniscono le coordinate necessarie per orientarsi nel nostro tempo, che ragionano insieme per scoprire e analizzare le radici di questa involuzione e ideano le strategie per contrastare le tendenze inquietanti che stanno dando forma a un mondo nel quale non vogliamo vivere.
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