La luna e i falò

di Cesare Pavese

“Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo”

Un uomo torna dall’America, dove ha fatto una piccola fortuna, e ricompare sulle colline delle Langhe che lo hanno visto bambino. Ora non è più un trovatello, cresciuto dalla carità di una famiglia di contadini, ora è un altro, e vuole che chi lo ha conosciuto piccolo, povero, vinto, veda che ha fatto strada, che è diventato qualcuno. Ma nei luoghi del passato qualcosa si è perso, chi lo conosceva allora non è più qui per prendere atto del suo cambiamento – perché anche questi luoghi, in apparenza fissati nel tempo mitico dei cicli della luna e del lavoro dei campi, hanno attraversato una trasformazione, parallela a quella del protagonista, e in parte da essa determinata. Ai falò magici che nel tempo dell’infanzia punteggiavano le alture in occasione delle feste contadine, altri se ne sono aggiunti e sostituiti – non più propiziatori di un ricco raccolto, ma portatori di distruzione: i fuochi della guerra da poco finita e del conflitto civile, i fuochi di una modernità che brucia un passato mitico e inalterabile per offrire non si sa quale prospettiva di futuro.

 

Leggi tutto…

Cesare Pavese

Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 1908 - Torino, 1950) è stato uno dei maggiori intellettuali italiani del Novecento. Romanziere, poeta, traduttore e critico letterario, legò la sua esperienza professionale alla …

Scopri di più sull’autore
Le offese della vita. Riflessioni su Cesare Pavese di Domenico Dara

Le offese della vita. Riflessioni su Cesare Pavese di Domenico Dara

Se la definizione di “classico” per un romanzo dipendesse dalla fortuna delle sue citazioni, La luna e i falò di Cesare Pavese meriterebbe anche solo per questo il riconoscimento.