La Macchina del Tempo

di H.G. Wells

“Se vi fermate per pranzo, vi fornirò la prova del viaggio nel tempo”

Il Viaggiatore del Tempo, scienziato eccentrico e idealista, fabbrica una macchina grazie alla quale è in grado di visitare il mondo dell’anno 802.701. La realtà che si offre ai suoi occhi è di una cupezza agghiacciante: l’evoluzione umana ha prodotto due nuove specie, gli Eloi, creature gioiose, fragili e infantili, e i Morlock, esseri mostruosi e ripugnanti che escono di notte, col favore della luna, massacrando i delicati Eloi, per poi nutrirsene. Quando un vano tentativo di sopraffare i Morlock lo costringe alla fuga, un’ulteriore incursione in un futuro più lontano ci mostra una terra desolata, priva di qualsiasi forma di vita, eccetto una misteriosa creatura simile a un pallone con i tentacoli.
Si tratta di una visione macabra e spettrale, l’epifania di un mondo senza speranza, che fa di Wells uno degli ultimi grandi scrittori moralisti europei. La Macchina del Tempo uscì a puntate sulla “New Review”, e fu da subito un clamoroso successo, divenne ispirazione per centinaia di autori e inaugurò una serie di romance scientifici che avrebbero proiettato Wells, nell’arco di una manciata di anni, nel firmamento dei più grandi scrittori iconici e visionari di fine Ottocento.

 

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H.G. Wells

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