Migliaia di pazienti portano in regalo al loro medico questo romanzo. In fondo si tratta di un gesto di affetto, ma è anche una raccomandazione: "il medico si fa così". Perché? Perché Bruno Sachs è un dottore un po' speciale: si è stabilito in uno sperduto paesino della Francia, ha uno studio medico spartano, il camice un po' logoro, i capelli troppo lunghi, ma tutti vanno a raccontargli storie di piccoli e grandi mali, angosce e sofferenze non sempre solo fisiche. E Sachs ascolta ogni cosa, con pazienza e calma infinite, in silenzio. Svolge lunghe e accurate visite, in studio e a domicilio, concede colloqui e fa telefonate. E ogni volta ne esce più stremato e più umano. I pazienti, pagina dopo pagina, descrivono gli incontri con il giovane medico e ci restituiscono la figura di un solitario e malinconico scapolo, avvolto da una segreta tristezza, che trascorre le serate a scrivere, riempiendo quaderni su quaderni di testi misteriosi. Quando infine Sachs prende la parola, la sua è una voce arrabbiata, con un potente obiettivo polemico: la medicina e il modo inumano di praticarla. Con rara intensità emotiva e impeccabile qualità letteraria, Winckler riesce a catturare il lettore nella drammaticità della narrazione come in un giallo.