‟Il male e il bene, il bello e il brutto, la paura e il dolore, l’insensatezza della vita. È tutta roba che si impara da piccoli. Poi si vive di rendita e di approfondimenti.”
‟Mio dio, mi sta baciando. Non ho avuto neanche il tempo di sperare. Quest’odore posso mangiarlo con la bocca. Poi pensavo: quand’è che finisce il bacio? Quand’è che proprio deve finire? Non importa, mi dissi. Il bacio finisce improvvisamente, quando deve, come la coda dei gatti.”
Carlotta Cordelli – detta ‟la Gnoccolona”, classe 1984, discendenza fieramente partenopea e borghese, ambizioni dichiaratamente filosofico-letterarie, un magma di pensieri onirico e torrenziale – sente di non essere adatta alla vita, ma non per questo rinuncia a vivere. Si sente brutta e sgraziata, ed è alla ricerca di ‟bellezza e amore” fino alle estreme conseguenze e fino al paradossale desiderio di essere molestata da un uomo.
In un flusso di ricordi tumultuoso, Carlotta porta alla luce episodi che hanno segnato la sua esistenza: le suore cattive alle elementari, il sabato pomeriggio in discoteca, la sigaretta fumata di nascosto con l’amica nella villa di Porto Ercole, la vacanza ad Amsterdam e lo sballo con i funghi allucinogeni, la perdita della verginità in un’auto scomodissima con un ragazzo più grande, l’avventurosa gita scolastica ad Atene…
Implacabile, Villoresi porta la sua Carlotta lungo l’accadere della giovinezza verso l’inevitabile esperienza dell’amore, che corona ma non esaurisce la sua formazione.