Perché non seguirla, la "retta via"? Perché non obbedire alla geometria semplice, rettilinea che lega la vita alle sue mete? Domenico Starnone ci risponde in otto racconti e uno stesso "io" che vagabonda per le vie traverse dell'esistenza, guidato di volta in volta dalla smania delle scorciatoie, dalla presunzione di saperla più lunga, dall'istinto maldestro dell'esplorazione. E, puntualmente, messo di fronte alle strategie dell'eros, al pungolo della competizione sportiva, al terrore della malattia, quell' 'io', imbragato nelle funi contorte della sua incertezza, si trova a misurare, con ironia e dolente umorismo, la distanza che continua a dividerlo dalla donna che vorrebbe amare, dal successo che vorrebbe ottenere, dalla eternamente seduttiva rotondità delle cose come vorremmo che fossero e come non sono mai. E così che, di racconto in racconto, prende forma un singolare campionario di obiettivi mancati, un paradossale "manuale" su come complicarsi la vita, una tragicomica mappa dell'obliquità su cui, sapido e fine psicologo, Starnone lascia le tracce della sua mano felice di moralista, il segno inequivocabile di un'ossessione vitale.