"Una volta era la 'ribellione delle masse' che minacciava l'ordine sociale e le tradizioni di civiltà della cultura occidentale. Ai nostri tempi, invece, la minaccia principale sembra venire da chi si trova al vertice della gerarchia sociale, non dalle masse..." Le classi privilegiate sono sempre esistite ma non sono mai state tanto pericolosamente isolate da quanto le circonda come oggi. Le moderne élite, da cui dipende il dibattito politico e nelle cui mani si trova il flusso internazionale del denaro e dell'informazione, hanno perso il contatto con la gente, sono ormai sempre più cosmopolite e migratorie, sempre meno legate alle collettività che governano. Non favoriscono l'autogoverno della comunità, non si preoccupano della distribuzione di proprietà e ricchezze, né di quella di idee e opinioni che costituiscono i prerequisiti fondamentali per la realizzazione della democrazia. In assenza di scambi democratici, i più rinunciano a informarsi e quindi a intervenire, oppure si segregano volontariamente in difesa della propria identità o diversità. A causa della profonda divaricazione tra élite e maggioranza, tra ricchezza e povertà, si creano allora istituzioni parallele o alternative, a tutto detrimento della partecipazione democratica. Contro la diffusa sfiducia nei valori dell'Occidente, Lasch scrive un'appassionata difesa della libertà intellettuale e dell'impegno a non tradire la democrazia.