“Ipotizzando che la fonte del delitto sia quella che riteniamo, potremmo avere due moventi diversi”
Sherlock Holmes riceve nel suo appartamento di Baker Street un messaggio in codice. Il mittente: un misterioso “pentito” dell’organizzazione del professor Moriarty, l’eminenza grigia della malavita londinese. Manca la chiave per decrittare il messaggio, ma poco dopo arriva una seconda lettera in chiaro che annuncia che la chiave non arriverà mai. Nonostante ciò Holmes, basandosi soltanto sulla struttura del messaggio, riesce a decifrare la soffiata, che anticipa un pericolo per un certo Douglas domiciliato a Birlstone. È solo il primo dei misteri che la vicenda propone: infatti, nella stessa mattinata, si presenta a casa di Holmes un ispettore di Scotland Yard, per annunciargli che è richiesta la sua presenza per un delitto avvenuto nel maniero di Birlstone, e la vittima è il proprietario della magione, un certo Douglas, un americano…
La Valle della paura è il quarto e ultimo romanzo di Doyle che ha come protagonista Sherlock Holmes, ed è tra questi sicuramente il più maturo. Qui Doyle porta a un bilanciamento perfetto la formula già vista nei tre primi romanzi dedicati al celeberrimo inquilino di Baker Street: una prima parte di pura detection e una seconda che narra gli antefatti con il respiro del romanzo d’avventure.