Il titolo originale del romanzo Hagoromo (letteralmente: abito di piume) indica un particolare tipo di kimono leggerissimo con dei lunghi nastri indossato dalle tennyo, sorta di donne-angelo, che serviva per volare tra il mondo terreno e l’aldilà. Il ritorno di Hotaru, la protagonista di questo struggente romanzo, nel paese natale rappresenta il suo hagoromo, un vestito che le permette di librarsi in volo alleggerita dal dolore per la perdita della persona amata. Anni prima era andata ad abitare a Tokyo e aveva vissuto una storia d’amore con un uomo sposato, un fotografo sempre impegnatissimo nel lavoro e incapace di scegliere tra la moglie e lei. Ferita profondamente, Hotaru trascorre le sue giornate aiutando la nonna nel suo piccolo ristorante e rivedendo i luoghi e le persone della sua infanzia, soprattutto la sua vecchia amica Rumi, dotata di quella speciale capacità nell’intuire ciò che si nasconde nell’animo delle persone, che ora lavora in un asilo come puericultrice e sogna di aprirne uno tutto suo. Un giorno, passeggiando lungo le sponde del fiume, incontra Mitsuru, un ragazzo che stranamente crede di aver già incontrato da qualche parte senza però riuscire a ricordare dove e quando. Con l’aiuto della nonna e della madre di Mitsuru Hotaru ricostruisce l’enigma: da bambini erano stati ricoverati entrambi in fin di vita nello stesso ospedale e, in sogno o in quello strano stato di incoscienza indotto dal coma, si erano incontrati e salvati reciprocamente. Rumi intuisce che fra i due sta nascendo qualcosa di molto profondo e offre all’amica di rimanere e lavorare con lei nel suo asilo nido. La protagonista ritrova la sua serenità: alleggerita dal dolore può finalmente librarsi in volo e far ritorno nel mondo della giovinezza e dell’amore. Il tema centrale del romanzo è la ‟guarigione”, il lento ritorno alla vita normale che la protagonista riesce a raggiungere grazie alla riscoperta del valore dell’amicizia, del calore umano e grazie alla vita semplice e tranquilla del piccolo borgo. Il titolo scelto da Banana è il simbolo del lento processo che permetterà a Hotaru di sentirsi rinfrancata e ‟leggera” come se indossasse un hagoromo.