Il giudizio ambivalente nei confronti di alcune forme di rappresentazione - le immagini plastiche e pittoriche, il teatro, il romanzo, le reliquie, le rappresentazioni dirette della sensualità - appare tanto radicato e ricorrente nelle società umane, antiche e moderne, "primitive" o "civilizzate" , che non pu" essere spiegato in termini puramente storici, relativi a realtà locali e a momenti determinati. Attraverso un'analisi davvero magistrale che spazia dall'Mrica all'Eurasia, Goody scopre il filo segreto che lega manifestazioni molto diverse, come il divieto di rappresentare la divinità e la figura umana o la persecuzione della narrativa: la rappresentazione è sempre ri-presentazione, sostituzione, finzione di individui e gruppi legati, per le ragioni più disparate, religiose, politiche o morali e in ambiti assai lontani tra loro, a un'idea alta, fortemente partecipata di verità.