Che relazioni intercorrono tra storia sociale e personale, tra politica e produzione artistica nel XX secolo quando si diffondono i regimi totalitari in Europa? Mario De Micheli tratteggia la personalità di quegli artisti che si sono trovati ad agire in questi contesti, che hanno riflettuto sulle implicazioni sociali del proprio lavoro e sulle finalità "politiche" dell'arte o, ancora, di coloro che si sono posti, anche lontani dai climi liberticidi delle dittature, gli stessi interrogativi, lo stesso obiettivo intelletuale e morale. L'opera è concepita come una serie di profili critico-biografici, arricchiti da scritti di poetica, oltre che da illustrazioni esemplificative dell'opera di ogni artista. In primo piano si stagliano figure quali Picasso, i muralisti messicani, gli artisti italiani vicini all'idea di "Corrente", ossia quanti hanno cercato soluzioni formali ed espressive in grado di trasmettere valori civili oltre che estetici. Sullo sfondo si delinea non solo il contesto storico-politico dell'Unione Sovietica, dell'Italia fascista, della Germania hitleriana e della Spagna franchista, ma anche il più ampio e complessivo orizzonte delle relazioni tra arte, politca e società, nell'impegnata stagione artistica degli anni cinquanta, sessanta e settanta.