Woody Guthrie, nella sua non lunga esistenza, è stato testimone diretto di cambiamenti epocali che hanno influito sulla vita sociale, politica e culturale della società americana e non solo: dalla crisi economica del 1929 alle politiche rooseveltiane del New Deal, dalle tempeste di polvere del Mid-West della metà degli anni trenta all'intervento americano nel secondo conflitto mondiale, dalla società dei consumi del dopoguerra al maccartismo, dal ribellismo degli anni cinquanta al folk revival degli anni sessanta fino all'esplosione del movimento della controcultura scoccato con la sanfranciscana Summer of Love del 1967. E Guthrie ha raccontato l'avventura dell'uomo comune in balìa degli sconvolgimenti economici, sospinto dalle tempeste di polvere di Texas e Oklahoma a cercare lavoro nei floridi frutteti della California, a soffrire fame e disoccupazione, violenza e prevaricazione in un esodo senza fine che per la prima volta ha messo gli uni contro gli altri i figli della stessa terra e della stessa cultura. Attraverso gli scritti, le canzoni, i disegni, Guthrie ha raccontato un'altra faccia del sogno americano, fatta di ingiustizia e sopraffazione, di solidarietà e disillusione, e l'ha raccontata con un forte senso della dignità dell'uomo e del rispetto per il prossimo. Dagli anni sessanta in poi l'eredità di Guthrie è stata raccolta da artisti come Pete Seeger, Bob Dylan, ‟Rambling” Jack Elliot, Arlo Guthrie (il figlio), Robbie Robertson, Bono, Bruce Springsteen, Steve Earle, Billy Bragg e altri ancora. E il suo messaggio si rivela tuttora drammaticamente attuale.