Albert Otto Hirschman, economista, sociologo, storico delle idee, mette a fuoco il principio intorno al quale girava, e gira, la politica moderna: l’interesse. Hirschman non sottovaluta il ruolo svolto dalle motivazioni materiali in altre epoche, ma sostiene che i moderni siano stati
gli unici nella storia a teorizzare sistematicamente la “naturalità” dell’interesse come spontanea e benefica. Hirschman ricostruisce
la genealogia storico-culturale del moderno concetto di interesse, indicando gli autori che, tra il Cinquecento e il Settecento (grosso modo da Machiavelli a Smith), ne avrebbero giustificato il ruolo positivo nella vita sociale, economica e politica. Due fattori avrebbero giocato un ruolo determinante: la tesi della forza pacificatrice degli interessi (nel senso che mentre lo scontro tra le passioni può provocare conflitti, il misurato calcolo degli interessi in gioco può evitarli)
e la capacità dei moderni di tradurre, grazie alla diffusione
del denaro, l’interesse in termini di guadagni e perdite monetarie, oggettivamente quantificabili.
Una pietra miliare del pensiero sulle origini e le motivazioni razionali del capitalismo, un libro fondamentale per capire la quotidianità economica e politica.