Le più belle poesie di Emily Dickinson

di Emily Dickinson

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Harold Bloom ha scritto che “con l’eccezione di Shakespeare” Emily Dickinson dimostra più originalità cognitiva di qualsiasi altro poeta occidentale dopo Dante, e che i critici quasi sempre sottovalutano la sua sorprendente complessità intellettuale. Forse anche per questa complessità, quasi un prisma che moltiplica immagini, luci, sensi, la poetessa che dalla sua stanza ha inviato una “lettera al mondo” colma di verità distillate in solitudine, continua ad attirare ovunque “biografi, filologi, docenti, studiosi, traduttori, critici” (Vivian Lamarque). E soprattutto lettori, catturati e conquistati dall’enigma di Emily, “piccola come lo scricciolo” e vestita sempre di bianco. I suoi versi concisi, intensi e misteriosi ritraggono ciò che la circonda: animali, fiori, piante, voci di una poesia spesso definita oracolare. Da un isolato punto di osservazione lo sguardo acutissimo di Emily ha saputo individuare e ampliare i limiti dell’espressione e della comprensione, indicare nuovi significati, vedere oltre la vita. Ha saputo creare un linguaggio nuovo per suggerire sensi inediti, pause come improvvise deviazioni nel volo degli uccelli: forse indecifrabili, ma ipnotiche, libere.


Che sia io la tua estate
Quando l’estate sarà lontana!
E la tua musica, quando allodola
E pettirosso taceranno!

Saprò evitare la tomba e fiorirò per te
E seminerò promesse di fiori
Ovunque! Ti prego coglimi –
Anemone –
Tuo fiore – per sempre!
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Emily Dickinson

Emily Dickinson (1830-1886) nacque e morì ad Amherst (Massachusetts), dove visse nella grande casa paterna, la Homestead, in reclusione volontaria dal 1866. Di lei come persona si sa pochissimo …

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