Speciale: Abel. Il ritorno di Alessandro Baricco al romanzo
Un contributo originale di Baricco sulla nascita del libro, interventi di Alessandro Mari, video e molto altro. Uno speciale in progress dedicato ad Abel. Dopo oltre 8 anni da...
Mettetevi comodi, perché in quest’ampia raccolta di racconti – come sempre nel miglior poliziesco – c’è da spasimare, ridere e pensare, mentre ci si immerge in tutta la complessità criminale, politica, sociale e psicologica degli ultimi cinquant’anni: la corruzione serpeggiante dalle forze dell’ordine alla politica, il ruolo dei servizi segreti in contesti nazionali e internazionali, la criminalità organizzata nel suo adattarsi al mutare dei tempi, l’immigrazione.
Milano è l’ambientazione privilegiata, ma poliziotti e agenti segreti, malavitosi e nostalgici della lotta armata, politici e faccendieri, uomini e donne vessati alla ricerca di una qualche forma di riscatto raccontano l’Italia da Nord a Sud, tracciando la fitta trama geografica del Male e allargando le loro reti fino al Pakistan, alla Cina, perfino all’India di Salgari. Perché “mille sono le vie della katana per trafiggere il cuore perverso”.
Colaprico conferma la sua inventiva, in una varietà di toni dal serio all’ironico al disincantato, passando anche per accenti più intimi. Come ha scritto Carlo Lucarelli nella sua prefazione a Le vie della katana, “in ogni racconto di questa raccolta c’è la conferma della sua capacità di usare le parole per definire e scolpire i meccanismi dell’anima non solo dei personaggi ma dell’ambiente in cui si muovono. I meccanismi più profondi e contraddittori del Male e della Mala, di oggi e di una volta, e delle Criminalità Organizzate. La violenza, la paura e l’inganno, il desiderio e pure l’amore. Poliziotti e carabinieri. Semplici cittadini. No, semplici no, anche quando lo sembrano”.
“Le vecchie bande a piramide, con capo e vicecapo e luogotenenti, sono scomparse. Ora ci sono le bande orizzontali, ogni boss cerca di allearsi con tutti i boss possibili, italiani e stranieri. Si copiano a vicenda. Impiegati del crimine. È un’epoca
di mezzeseghe dovunque.”
Piero Colaprico, vive a Milano, è scrittore di gialli e inviato speciale di "Repubblica", per il quale segue numerose storie di criminalità e corruzione (è l'"inventore" del termine Tangentopoli) e …