“Se esibisco le mie debolezze personali è perché le trovo rappresentative della più generale debolezza della sinistra.”
In queste pagine dense di coraggio, spregiudicatezza e autoironia, Gad Lerner affronta le sue radici e le sue scelte. A partire dalle origini ebraiche e dalle istanze di ribellione del Sessantotto, per riflettere sull’intreccio fra rivoluzione e messianismo e sulla possibilità di conciliare fortune personali e lotta per gli ultimi. Un racconto che si muove senza sconti sul filo delle contraddizioni, restituendo una profondità di aspirazioni che non possono essere rinchiuse nell’immagine logora dei “comunisti col Rolex”, ma che di quell’immagine devono tener conto. Nella ricostruzione di una vita che è storia personale ma anche collettiva, queste pagine finiscono per comporre un ritratto impietoso della sinistra italiana che, con la sua soggezione ai poteri economici, ha reciso il rapporto col mondo operaio. Una galleria di personaggi straordinari – da Bellow ad Antonicelli, da Berlinguer a Soros, da Agnelli a De Benedetti – incrocia la storia del paese e tesse così il filo di una storia antichissima e recente, privatissima e collettiva, per cercare di rispondere alla domanda: che cosa ha voluto dire per la sinistra farsi establishment? E qual è stato il prezzo di questa infedeltà?