Il sottile equilibrio tra divertimento e riflessione, tra fantasia e ragione, costituisce l'autentico fascino di questi racconti. L'ingenuo e L'uomo dai quaranta scudi vengono pubblicati, anonimi, rispettivamente nel 1767 e 1768. Nel primo, la vicenda di un indiano urone, chiamato l'Ingenuo, che giunge in Francia offre lo spunto per evidenziare la tensione fra natura e civiltà, attraverso una faticosa formazione personale e intellettuale, che si affianca a una sempre maggiore attitudine critica nei confronti della società. Nel secondo racconto, invece, a essere preso di mira come oggetto polemico è la fisiocrazia. In entrambi i testi, scritti in una prosa insieme lucida e inventiva, lo spirito critico di Voltaire si nutre di dispute acute e brillanti. Colpisce tanto i gesuiti che l'intolleranza religiosa, e interviene nei più importanti dibattiti filosofici e scientifici dell'epoca. Questo è il terzo volume delle opere voltairiane tradotte e curate da Lorenzo Bianchi per "I Classici" Feltrinelli, dopo il Trattato sulla tolleranza (1995) e Zadig e altri racconti filosofici (1996).