Dopo Piccolo Cesare dedicato alla figura e alle ambizioni di grandezza di Silvio Berlusconi e Basso Impero che si concentrava invece – profeticamente come si è visto – sui disastri del maldestro e violento Impero americano di George W. Bush, Giorgio Bocca consacra questo suo ultimo libro di denuncia alla società italiana e alla sua crescente e passiva accettazione del regime berlusconiano. Lo ‟sguardo lungo” di Bocca – che non si misura sulle brevi oscillazioni dell’attualità politica –, al di là del recente indebolimento elettorale di Forza Italia e del suo leader, vede il risorgere del pericolo autoritario proprio nell’atteggiamento rassegnato e cinico diffuso anche tra coloro che non si riconoscono nel progetto di smantellamento della Costituzione, della giustizia e della solidarietà sociale perseguito dalla Destra. A un potere arrogante e privo di pudore, che si esalta in quotidiane apologie di reato e sta acquisendo un controllo non più mediato ma immediato su tutta la società italiana – dalla tv ai giornali, dallo sport agli affari, il presidente del Consiglio e i suoi uomini decidono direttamente il che cosa, il come, il quando e il quanto – fa riscontro una società civile disattenta, volubile (ieri tutta dietro Mani pulite, oggi in maggioranza contro i giudici), intontita dal consumismo e dal sesso, le merci uniche della tv interamente in mano governativa. Il traguardo verso il quale ci stiamo avviando a grandi passi è quello di una democrazia puramente negativa, di pura tolleranza. Non si incarcerano né si torturano gli oppositori, ma il controllo decisionale è interamente sottratto ai cittadini ai quali rimane soltanto – beninteso non sui mass media che davvero contano – il ‟diritto di mugugno”. Per un’Italia nata dalla Resistenza, cresciuta nel miracolo economico e capace ai suoi tempi di sconfiggere il terrorismo e impostare una coraggiosa lotta contro la corruzione politica, è una prospettiva davvero poco confortante.