“Tutti gli sforzi d’estetizzazione politica culminano in un punto. Questo punto è la guerra moderna.”
Qual è il destino dell’arte nel contesto delle trasformazioni radicali indotte dall’invenzione e dalla diffusione di nuovi dispositivi tecnologici quali la fotografia e il cinema? La riproducibilità tecnica capace di annullare la distinzione tra originale e copia è il tratto che accomuna queste nuove forme e che determina lo sconvolgimento del tradizionale rapporto tra il pubblico e il mondo dell’arte. Negli stessi anni in cui nazismo e fascismo minacciavano di prevalere e di cancellare la tradizione europea, Benjamin vede profilarsi una nuova epoca nel rapporto fra arte, tecnica e politica. Ed è per questa analisi così vicina al nostro presente che si rinnova ancora oggi l’attualità di un saggio che costituisce un momento decisivo della riflessione di Benjamin sul Moderno. L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica fu caratterizzato da un’avventurosa vicenda editoriale e da una pluralità di stesure – ben raccontate nell’Introduzione di Fabrizio Desideri –, che ne fanno un lavoro ancora alla ricerca di uno sviluppo teorico e di un’esposizione adeguati alla complessità e profondità della sua intuizione originaria. Allo spirito e alla lettera di tale complessità questa edizione intende rimanere fedele, offrendo al lettore italiano le cinque stesure del saggio scritte tra l’autunno del 1935 e l’estate del 1936.