Il nichilismo che è la negazione di ogni valore è anche quello che Nietzsche chiama ‟il più inquietante fra tutti gli ospiti”. Siamo nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si è nutrita l’età pretecnologica. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l’età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell’esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra di nessuno dove la famiglia e la scuola non ‟lavorano” più, dove il tempo è vuoto e non esiste più un ‟noi” motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai ‟riti della crudeltà” o della violenza (gli stadi, le corse in moto ecc.).
C’è una via d’uscita? Si può mettere alla porta l’ospite inquietante? Nell’ultimo capitolo, Il segreto della giovinezza, Galimberti lascia pensare che disvelare ai giovani la loro ‟pienezza”, la loro ‟espansività” sia il primo passo per ricondurre a verità il salmo 127: ‟Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza”.