“Detto tra noi, questa bambina è senza speranza. È una di quelle che non si riesce mai a dare via, per così dire. È qui fin da quando era neonata, l’abbiamo trovata sui gradini dell’ingresso. In nove anni non c’è mai stato verso di appiopparla a nessuno.” Lanciò uno sguardo d’intesa alla gorilla, come se ambedue fossero state d’accordo sul fatto che io fossi una bambina stupidissima. Ma la gorilla incrociò le braccia sopra l’enorme pancione e fece un cenno verso di me. “Scelgo lei,” disse.
Janna, nove anni, vive all’orfanotrofio Biancospino, nella speranza di essere adottata un giorno da una mamma dolce e carina. Ma quando arriva, a bordo di una vecchia Volvo, una gorilla alta due metri e sceglie proprio lei, Janna è terrorizzata, convinta che il bestione si porti via i bambini per mangiarli. La Gorilla vive in una vecchia fabbrica dismessa, fa la rigattiera e adora i libri: ne possiede più di tremila e un giorno spende ben quaranta euro per assicurarsi una rara edizione di Oliver Twist. Presto Janna si rende conto che l’anomala mamma adottiva è gentile, buona e generosa, e comincia a fidarsi di lei. A questo punto però entra in scena il corrotto consigliere municipale Tord, che per impadronirsi della proprietà della Gorilla minaccia di toglierle Janna e di farla tornare in orfanotrofio. Ma non sarà facile separare la strana coppia di madre e figlia, ormai legate da una complicità sempre più profonda e da un grande amore per la libertà.
Nello stile un po’ anarchico e scanzonato tipico della letteratura scandinava per ragazzi, una storia in cui la narrazione umoristica sottintende temi di grande serietà, come il rifiuto dei pregiudizi e l’accettazione del diverso. Perché, anche nelle situazioni più sfortunate, la felicità non è mai troppo lontana, basta sapere dove cercarla.