“Morire per mano della donna amata non è forse una bella fine?”
“Dal momento in cui Sonomura crede di scoprire l’esistenza di una donna che soddisfa i propri istinti sessuali uccidendo gli uomini e fotografandone i volti senza vita, essere dominato da lei diventa un’ossessione. Spettatore compiaciuto più che inorridito testimone, egli non è affatto turbato dal delitto che si sta consumando davanti ai suoi occhi, mentre rimane soggiogato dalla bellezza e dalla freddezza della donna che lo compie. Quell’atmosfera macabra rende ancor più bello il volto di lei. […] Anche dopo aver scoperto l’inganno di cui è stato vittima, l’unico desiderio di Sonomura è fare di Eiko la sua carnefice. L’adorazione per la donna crudele si identifica dunque con una tendenza all’autodistruzione.” Cinzia Mottola