Nei luoghi perduti della follia

di Eugenio Borgna

I libri ai quali Eugenio Borgna ha abituato i suoi lettori sono grandi arazzi, ampie sinfonie, in cui temi e motivi si inseguono e si riannodano in una trama di voci, in un intreccio di conversazioni, in un intrattenersi nello spazio della parola infinito, infinitamente modulato, variato, interrotto, sospeso, ripreso. Ogni filo tematico, ogni percorso problematico compare sulla scena del discorso, sfuma, riemerge, arricchito di inedite rifrazioni. Ed è forse proprio la capacità di Eugenio Borgna di suscitare intricate tessiture di significati intorno al nucleo inafferrabile di un enigma, di un’avventura esistenziale, di un’esperienza di dolore o di sofferenza, di angoscia o di follia, a circoscrivere la cifra più peculiare del suo lavoro attuale e del lungo cammino che lo ha condotto alle odierne posizioni. Quanto Borgna ci ha restituito in questi ultimi anni ha infatti alle sue spalle un percorso e un’avventura di oltre quarant’anni, fatti di lezioni universitarie, seminari, conferenze, e poi ancora relazioni a convegni, articoli specialistici, saggi destinati a libri e riviste, interventi di ricerca o di battaglia. Solo una parte di questo immenso lavoro è confluita, a partire dalla fine degli anni ottanta, nei libri con cui si è segnalato all’attenzione di un pubblico sempre più numeroso. Questa serie di libri, ormai celebri e ampiamente discussi, è una vera e propria punta dell’iceberg di un intero continente sommerso in cui è custodito il suo sforzo martellante di approfondimento, di ridefinizione, di verifica, di interrogazione. Un intero continente che rischiava di restare consegnato alle biblioteche e agli archivi di riviste specialistiche e di periodici di argomento psichiatrico, psicologico, medico, talvolta filosofico o teologico. Con questa raccolta si può cominciare a valutare la complessità del pensiero di uno tra i più importanti protagonisti della psichiatria italiana contemporanea.
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Eugenio Borgna

Eugenio Borgna è stato primario emerito di Psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara e libero docente in Clinica delle malattie nervose e mentali presso l’Università di Milano. Con Feltrinelli ha pubblicato:  …

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40 anni fa la Riforma Basaglia, che chiudeva i manicomi

40 anni fa la Riforma Basaglia, che chiudeva i manicomi

Nel 1961 Franco Basaglia assume la direzione del manicomio di Gorizia; nel 1978 la legge 180 decreta la chiusura definitiva dei manicomi in Italia. La battaglia per la riforma radicale dell’assistenza psichiatrica fu innescata dal rifiuto di pochi medici e amministratori locali di avallare gli orrori di una realtà spesso paragonata ai lager nazisti. Una legge avanzatissima. Scopri di più con un libro.

Il sogno di Franco...

Il 13 maggio del 1978 veniva promulgata la legge n. 180 meglio nota come Legge Basaglia che mirava alla riforma radicale dell'assistenza psichiatrica con il superamento della logica manicomiale, imponendo la chiusura dei manicomi e l'istituzione dei servizi di igiene mentale pubblici.
Oggi Alberta Basaglia, figlia di Franco, ne Le nuvole di Picasso racconta con occhi di bambina la storia già molto conosciuta, ma non ancora da tanti digerita, di suo padre, del manicomio liberato e del suo superamento.

I trent’anni della legge 180. E Basaglia liberò tutti

Compie trent’anni la legge che ha cancellato la barbarie dei manicomi. Con Eugenio Borgna, che ora pubblica Nei luoghi perduti della follia, ripercorriamo i punti chiave di una riforma sotto accusa.