New York Blues
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Per festeggiare i cento anni della nascita di Woolrich, Francis M. Nevins ha raccolto in un volume quattordici racconti editi su riviste pulp (‟Detective Fiction Weekly”, ‟Pocket Detective”, ‟Argosy”, ‟Dime Detective”, ‟Black Mask”, ‟Baffling Detective Stories”). I primi tredici furono pubblicati tra il 1936 e il 1943. Il quattordicesimo, New York Blues, che dà il titolo al primo volume, ha una storia diversa. Uscì postumo nel 1970 sulla ‟Ellery Queen's Mystery Magazine” e fu probabilmente l'ultimo dei suoi racconti. È uno splendido compendio, un epitaffio che racchiude in poche pagine tutti i motivi della fiction di Woolrich: virtuosismo stilistico, forza evocativa, dominio della solitudine, struggimento per amori impossibili, follia, disperazione e morte, ovvero, tutti i colori del buio. Gli altri racconti appartengono al periodo più fecondo dell'autore, quello in cui lavorava e produceva così tanto da doversi inventare due pseudonimi (William Irish e George Hopley) per poter pubblicare tutto ciò che usciva dalla sua macchina da scrivere. È questo il periodo in cui Woolrich, dopo tanti tentativi, abbandona il romanzo tradizionale per dedicarsi anima e corpo al giallo. Con il successo, anche la radio, la tv e il cinema si ispirano alle sue storie: tra il 1942 e il 1950 escono quindici film tratti dalle sue opere. In seguito, registi famosi come Truffaut, Siodmak, Tournier e Hitchcock porteranno sul grande schermo e al grande pubblico le sue ossessioni in opere di culto come La finestra sul cortile, La sposa in nero o La mia droga si chiama Julie.
Cornell Woolrich
Cornell Woolrich, nato nel 1903 a New York, dove è morto nel 1968, ha pubblicato il suo primo romanzo nel 1926 e ha continuato a deliziare i suoi lettori con …