Ecco la storia di Francesco, che gioca a calcio, parla poco, vorrebbe non partire per il viaggio ad Auschwitz e non ammetterebbe mai di avere paura.
Quel lunedì di gennaio in cui Francesco, protetto solo dal cappuccio della felpa, si infila nella III C della Scuola Nuova, non è un giorno come un altro. I suoi l’hanno iscritto a un viaggio. E non a uno qualunque, ma a un viaggio “per non dimenticare”, ad Auschwitz. Tra grida di rabbia e momenti di spaesamento Francesco dovrà entrare in contatto con le proprie emozioni e con quelle degli altri.