Parole e concetti. E viceversa. Questo libro è un testo di pratica
filosofica. È, più esattamente, un esercizio della filosofia attraverso l’esposizione
e la meditazione di alcune sue grandi parole. Il ripensarle oggi mostra come la
loro vita e la loro fecondità sopravvivano all’esaurimento e alla
dissoluzione dei sistemi. Queste parole indicano l’inesauribilità del pensare
come corrente viva, capace di riprendere il passato per il presente e di
consegnarlo al futuro. Questo, in effetti, significa tradizione e, in
particolare, tradizione filosofica. Nel riproporre alcune grandi parole
della filosofia, il libro intende offrire materiali per pensare e soprattutto l’occasione
per rielaborare in modo libero, originale e da soli la ricchezza semantica e
simbolica della tradizione. Il testo costruito grosso modo nella forma di un
lessico filosofico – per coppie oppositive o complementari
(filosofia/meraviglia, apparenza/realtà, intelligenza/pensiero,
misura/dismisura) – lavora sulle parole: è esercizio teorico e insieme
recupero e meditazione di parole antiche di cui vale la pena accertare se è
possibile usarle ancora, reimpiantandole nel presente e dando luogo a nuove
germinazioni di pensiero. Cosa può voler dire, per esempio, "avere
misura" in un’epoca in cui la regolarità della natura – il suo ritmo,
le sue stagioni – non dà più norma, non obbliga, e dinanzi a noi si apre un
universo senza confini che non siamo affatto in grado di dominare? Cercare
risposte a simili domande porta a sviluppare anche una trama: temi e variazioni,
per moto dritto e inverso, parole a specchio, un rispecchiarsi di parole. È un
gioco che dà spazio all’invenzione. Precisamente questo vuol dire fare
filosofia con le parole della filosofia.