Nel 1967 Gianni Morandi canta C’era un ragazzo che come me, De André Via del Campo e Luigi Tenco si spara un colpo di pistola al Festival di Sanremo: si sente nell’aria che qualcosa sta per succedere, e infatti comincia un decennio di rivoluzioni, conquiste, speranze, disamori e misteri. Ma che cosa è successo davvero in quel decennio che iniziò mezzo secolo fa? Restano parole ed espressioni strane e lontane – il “Sessantotto”, l’“autunno caldo”, gli “spaghetti in salsa cilena”, “il palazzo”, “io sono mia”, il “compromesso storico”, “i lama stanno in Tibet” – a ricordarci quanto tempo è passato e quanto è cambiato il nostro paese.
Era la Prima Repubblica, quando la classe dirigente non si chiamava ancora casta e nel segreto, intanto, si preparavano bombe e colpi di stato. Anni in cui tutto un paese perse dolorosamente la propria innocenza, scoprendo quanto era feroce, dissimulatorio, reazionario il suo cuore di tenebra.
La buona Italia in cui ancora viviamo – nella quale i cittadini hanno la mutua, il weekend e una bella serie di diritti – spesso dimentica che tutto questo lo portò quel decennio ormai rimosso, in cui, di sicuro, nessuno si annoiò. Anni di lamiera, di piombo, di lavatrici, di manganelli. Di miliardari sequestrati, di sconosciuti finanzieri, di un nuovo boom oscuro su cui si basa l’incredibile presente economico dell’Italia contemporanea.
Dell’Italia di questo decennio Enrico Deaglio è un testimone d’eccezione. Con una cronaca in diretta ripercorre le storie notissime e quelle dimenticate, in un collage di musica, idee, passioni politiche, libri, film, radio libere che hanno segnato un prima e un dopo nella storia del nostro paese.
L’Italia di oggi cominciò allora. Sarebbe stato meglio se tutto ciò non fosse mai successo?
Italia, 1967-1977.
I dieci anni che hanno cambiato il paese, come nessuno li ha mai raccontati.
Per chi c’era, per chi non c’era e per chi ha dimenticato.