Speciale: Abel. Il ritorno di Alessandro Baricco al romanzo
Un contributo originale di Baricco sulla nascita del libro, interventi di Alessandro Mari, video e molto altro. Uno speciale in progress dedicato ad Abel. Dopo oltre 8 anni da...
di Jules Renard
Il soprannome Pel di Carota gliel’ha dato sua madre, perché lui ha i capelli rossi e la pelle punteggiata di lentiggini. Potrebbe sembrare quasi un nomignolo affettuoso, ma non lo è: madame Lepic tratta il suo ultimogenito con una crudeltà e un cinismo che riserva solo a lui. Gli impone i suoi gusti, gli dà compiti ingrati che gli altri due fratelli rifiutano, lo umilia ogni volta che ne ha la possibilità. Il resto della famiglia non è d’aiuto al povero ragazzo: il padre è totalmente disinteressato a lui e i suoi fratelli maggiori lo vessano, o lo usano come capro espiatorio. Pel di Carota cresce in questo ambiente povero d’amore e di attenzioni, imparando a farsi furbo e a imbrogliare per non soccombere, a tacere per non sbagliare, a prendersela con chi è indifeso per sfogare la sua frustrazione. Le sue vicende, pur drammatiche, compongono un ritratto d’infanzia infelice, ma vengono narrate attraverso la penna ironica e tagliente dell’autore, che ne fa quasi un resoconto tragicomico.
«Per prima cosa, Pel di Carota si gusta il piacere di stare da solo. Ripensa alla giornata, si congratula con sé stesso per averla scampata bella, più volte, e si augura, per il giorno dopo, altrettanta fortuna.»