“La primavera morbosa tristemente ha scacciato, / il lucido inverno, stagione dell’arte serena, / e nel mio essere che il cupo sangue governa / l’impotenza si stira in un lungo sbadiglio.
Crepuscoli bianchi si scaldano sotto il mio cranio / che un ferreo cerchio stringe come un vecchio sepolcro, / ed erro triste, inseguendo un bel sogno vago / nei campi ove sfoggia Io sterminato germoglio.”
CON IL TESTO ORIGINALE
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