Doug Willis, spumeggiante pr-man, marito di Jean e padre di due regolamentari bambini americani, ha deciso di prendersi due mesi di aspettativa e di ritirarsi nella casa di campagna, a Preston Falls, a suonare la chitarra, a fare bricolage e a pensare ai fatti suoi. Da qualche tempo non va più tanto d'accordo con Jean e il lavoro gli pesa. La famiglia verrà a trovarlo nei fine settimana. In realtà, già al primo weekend le cose si complicano: Willis, in preda a una violentissima aggressività, litiga con un ranger e si fa mettere al fresco; Jean lo tira fuori dai guai, ma poi decide di lasciarlo cuocere nel suo brodo in attesa di vedere come butta. Willis, dopo aver tentato senza successo di applicarsi ai suoi lavoretti, si aggrega a un gruppetto di musicisti, capeggiato dall'avvocato hippy che lo ha difeso al processo. Ma, più che a suonare, sembra invece che la band sia dedita al traffico e al consumo di cocaina. Passano i due mesi e Willis non torna né in famiglia né alla civiltà e al lavoro. Anzi, scompare del tutto. Jean prende in mano le redini della storia e si arrangia come può per ritrovare il marito in fuga, lavorare e badare ai figli. Un ritmo incalzante, un'impressionante profondità psicologica, stile e dialoghi perfetti che dipingono quella fase della vita in cui una crisi può tramutarsi, con lo stesso grado di probabilità, in una vita diversa e forse migliore o in una inesorabile catastrofe.