“Eravamo ricamate sul tessuto del tempo come figure d’una bellezza destinata a durare.”
Palermo, 1955. La guerra è finita, ma le vite della famiglia Sorci continuano a essere travagliate. Andrea, in preda a un accesso di rabbia, ha commesso un omicidio, e per salvarlo deve intervenire il potentissimo Peppe Vallo, figlio illegittimo del padre di Andrea, il barone Sorci. Rico, nipote di Andrea, che sa ma non parla, è un uomo tormentato, deluso dalla Sicilia ferita del dopoguerra: vive accanto a Rita, che ama e non può fare a meno di tradire. Eppure qualcosa si muove: le zie che i Sorci hanno ribattezzato “le Tre Sagge” fondano nella sagrestia della chiesa dei Santi Scalzi il Circolo del Punto Pieno. Dalla nobildonna alla monaca alla prostituta, in quel “tripudio febbrile delle dita” si dà forma a una sorta di adunanza femminile dove si rammendano traumi sociali e famigliari. È una nuova sorellanza basata su una “separazione dal mondo fuori che solo le donne, quando sono insieme, riescono a creare e a difendere”. Tra un corredino, una tovaglia e un lenzuolo, l’uomo vola sulla Luna, gli studenti si ribellano. E la tensione positiva dei movimenti a cavallo fra gli anni sessanta e settanta si scontra con le contraddizioni dell’isola.
Simonetta Agnello Hornby tiene stretto il filo della saga famigliare cominciata con Caffè amaro e proseguita con Piano nobile per consegnarci un appassionante ricamo di omicidi, ossessioni, amori, violenze nella Sicilia della seconda metà del Novecento.