Boeri: la norma regionale che penalizza i reparti Covid in Lombardia
Tra le inefficienze e incongruenze delle pubbliche amministrazioni, anche una norma discutibile che premia i medici no Covid.
Più che mai oggi l’Italia ha un disperato bisogno di tornare a crescere. Già prima della catastrofe sanitaria era, insieme alla Grecia, l’unico Paese europeo in cui il reddito disponibile delle famiglie fosse diminuito nell’ultimo quarto di secolo. Ora è nel mezzo della peggiore recessione della storia repubblicana e la montagna del debito pubblico non è mai stata così alta. Ma la lezione della pandemia non può essere sprecata: bisogna imparare da quello che è successo per rialzare la testa. Tito Boeri è stato per quattro anni presidente dell’Inps e ha vissuto nel cuore del più importante pezzo dello Stato: quello che paga le pensioni di 16 milioni di italiani, assicura contro la disoccupazione 23 milioni di lavoratori, paga la cassa integrazione e ha sussidiato partite Iva e autonomi durante il lockdown, arrivando a gestire la fetta più rilevante della spesa statale. Un meccanismo complesso e prezioso, che però è anche la cartina al tornasole di una pubblica amministrazione piena di falle, disfunzioni e incompetenze, che anziché favorire la crescita rendendo la vita facile a cittadini e imprese rappresenta spesso la vera palla al piede del Paese. Le cause sono umane. Hanno a che fare con burocrati incapaci legati non di rado a doppio filo con la politica, politici inconsapevoli del proprio ruolo che approvano leggi assurde, sindacati che hanno smarrito il filo della loro storia diventando complici della paralisi. Con pochi civil servants, perché ci sono anche questi, che onorano fino in fondo la missione loro affidata. Entrare in questo labirinto infinito significa scontrarsi con tutte le disfunzioni e le contraddizioni del nostro Paese. Eppure il viaggio offre l’occasione per indagare le soluzioni possibili. Perché non siamo condannati a restare per sempre sudditi di un sistema nemico della ragione e del buonsenso. Per cambiare direzione non servono grandi e roboanti riforme, basterebbero piccoli interventi. Ma coraggiosi. Soltanto che il tempo a disposizione sta per scadere. Ed è forse l’ultima opportunità che abbiamo per riprenderci lo Stato.
Nella nostra macchina pubblica c’è un intreccio perverso fra politica e amministrazione, diventato ancora più disastroso con l’emergenza Covid-19. I politici non sono all’altezza delle loro responsabilità. Mentre una burocrazia autoreferenziale detta regole sbagliate. Con il risultato che gli interessi di parte prevalgono quasi sempre su quelli della collettività. Ma così il Paese non può ripartire. Ed è arrivato il momento di cambiare rotta.
Ecco come possiamo restituire all’Italia il suo futuro.
Tito Boeri è direttore del dipartimento di Economia presso l’Università Bocconi di Milano e Senior Visiting Professor alla London School of Economics. Per Feltrinelli ha pubblicato, con Sergio Rizzo, Riprendiamoci …
Sergio Rizzo è editorialista di “Repubblica”. È stato inviato e editorialista del “Corriere della Sera”, dopo aver lavorato a “Milano Finanza”, al “Mondo” e al “Giornale”. Tra i suoi libri: …
Tra le inefficienze e incongruenze delle pubbliche amministrazioni, anche una norma discutibile che premia i medici no Covid.