Da uno dei più dotati e letti giornalisti al mondo, un volume che raccoglie il meglio dei suoi reportage apparsi sul prestigioso ‟The New Yorker” negli ultimi quindici anni.
David Remnick è affascinato da quei personaggi ossessionati dall’idea di fare la storia della nostra era. Si tratta di figure che raramente deviano dalla loro immagine pubblica.
Remnick invece riesce a intravedere il loro sé privato dietro la consueta immagine stereotipata, offrendo al lettore imprevedibili sguardi della loro sfera intima, come quando ritrae Al Gore all’indomani della sua incomprensibile sconfitta alle elezioni presidenziali o Tony Blair nel pieno della crisi irachena.
In questo libro, Remnick ritorna inoltre a due aree geopolitiche che ben conosce: Israele (con un’analisi accurata di Hamas e dello scenario politico dopo la morte di Arafat) e la Russia postcomunista (con un ritratto straordinario della figura di Vladimir Putin). Ma anche alcuni tra i maggiori scrittori della letteratura degli ultimi anni non sfuggono al suo sguardo acuto: Philip Roth, Don De Lillo, Amos Oz… per non parlare di una sua vecchia passione, il pugilato, che già l’aveva fatto conoscere anche dal pubblico italiano. Il Mike Tyson da lui disegnato è un cammeo di rara bravura.
La capacità di Remnick nel ritrarre i personaggi che fanno la storia è veramente straordinaria. Un’abilità che lo pone sicuramente nel gotha dei reporter.