Speciale: Abel. Il ritorno di Alessandro Baricco al romanzo
Un contributo originale di Baricco sulla nascita del libro, interventi di Alessandro Mari, video e molto altro. Uno speciale in progress dedicato ad Abel. Dopo oltre 8 anni da...
Paolo di Tarso è stato un pensatore rivoluzionario ed è stato interpretato dalla filosofia politica del Novecento come il maestro del rifiuto della legge e dell’ordinamento presente, con tutte le sue ipocrisie. È stato cioè letto attraverso lo spirito gnostico di Marcione, che nel II secolo si richiamava a Paolo per contrapporre a un Dio del presente malvagio, creatore di questo mondo ingiusto e ostile, un Dio del futuro buono e redento.
Secondo Luca Bagetto, al contrario, Paolo si oppone fortemente allo gnosticismo. Nella sua visione il Messia, che pure interrompe la legge, in realtà la dispiega in modo più profondo e più autentico di quanto non faccia la garanzia dell’ordine. Nell’annuncio messianico della vita nuova è centrale il tema dell’Esodo, simbolo dell’uscita da una situazione oppressiva. Con una lettura capace di attualizzare il messaggio di Paolo, Bagetto dimostra che esiste un sorprendente parallelo tra l’epoca ellenistica e la globalizzazione, che condividono l’urgenza della ricerca di un riparo dalla legge astratta e vessatoria.
Con una nuova traduzione della Seconda lettera ai Tessalonicesi, essenziale per l’interpretazione dell’Anticristo e per la definizione del rapporto del cristianesimo con l’ebraismo, Bagetto rivela nelle parole di Paolo una nuova strada non moralista per concepire anche oggi il rapporto tra la fede e il potere politico.
“Paolo mostra che il Messia interrompe la legge e apre la possibilità di qualcosa di nuovo.
E lo fa in virtù della sua debolezza, del suo essere un Figlio abbandonato.”
Luca Bagetto insegna Filosofia Teoretica presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali dell’Università di Pavia, ed è docente all’IRPA (Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata) di Milano. Tra le …