"Che questa, alla fine,
è la nostra biblioteca
di sarabanda di giustizia
per il mondo ingiusto.
Tanti libri, tante vite.
Tante storie, tante vite.
Tante vite, tante pagine.
Molte scritture del sogno
di una cosa."
Una carretta sul mare, piena di umanità che fugge dalla guerra, dalla fame, dalla persecuzione, dalla tirannia, con il sogno di un altrove. Fra loro, c'è un vecchio. Una specie di saggio o di sciamano che ha vissuto, in tempi diversi, molte vite in molti luoghi del mondo. Assumendo via via le sue mutevoli identità, risponde alle domande dei migranti. Salvatore Veca affida al suo vecchio, carico di anni, di sapere, di scritture, il compito di guardare dentro il nostro destino, il destino di un Occidente che, una volta di più, si sporge sulla catastrofe possibile. La voce del vecchio è la voce di una cultura che, per segmenti, per lacerti luminosi, è tutta chiamata a raccolta, prima del silenzio, e contro il silenzio.