‟Da anni viaggio per l’Africa in lungo e in largo, e ho trascorso lunghi periodi sui fronti di guerra Così, mi è venuto in mente il volto di Super Soldier, un bambino in tenuta mimetica incontrato a Kambia, in Sierra Leone, in un giorno di luglio del 2000. Originario di Port Loko, aveva tredici anni e già da quattro imbracciava, non per volontà sua, un fucile. Quando fu sequestrato dai ribelli del Fronte unito rivoluzionario (Ruf), qualcuno gli raccontò che avrebbe dovuto combattere per il bene dei suoi genitori. Peccato che erano stati proprio quei sanguinari aguzzini a massacrare l’intera sua famiglia: il padre, la madre, tre fratelli e due sorelle. Super Soldier trovava il coraggio per uccidere grazie a droghe micidiali, di quelle che bruciano il cervello. Nel 1998 tentò la fuga, ma nel giro di due giorni fu riacciuffato dai ribelli. Per punizione, gli furono impressi a fuoco sul petto i caratteri del Ruf. Non so che fine abbia fatto Super Soldier ora che nel suo Paese è scoppiata la pace, ma temo che non se la passi bene, considerando la miseria generale in cui versa la Sierra Leone. Mi ripeteva sempre che voleva studiare per fare il dottore e curare la gente."