“L’esercizio dei muscoli mi svelò facilmente i misteri che le parole avevano creato.”
Sole e acciaio è l’unica testimonianza che Yukio Mishima ci abbia lasciato sulla propria formazione intellettuale. Il suo percorso è quello di un ragazzo gracile e tutto votato alla lettura, che scopre tardivamente il corpo e l’importanza del proprio essere fisico. Da qui la contrapposizione tra il potere corrosivo del linguaggio e il potere costruttivo del sole e dell’acciaio – della vita all’aria aperta e dell’esercizio volto a rafforzare la muscolatura. Allo stesso tempo questa scoperta della fisicità si pone come via di accesso a una nuova dimensione dello spirito, spunto di riflessione sul rapporto fra arte e azione. Il votarsi all’ascesi dell’allenamento fisico non è però una semplice forma di affermazione vitale, perché la linea che separa la vita dalla morte è sottile e spesso impercettibile e questi due opposti di fatto si fondono l’uno nell’altro, completandosi. Così l’azione, la ricerca di un linguaggio del corpo, è l’inizio di un percorso che mira ad affermare la vita e, al contempo, a offrire alla morte, bene supremo e suprema tentazione, un oggetto che sia degno di essa. Sole e acciaio si pone quindi come un vero testamento spirituale, capace di gettare una luce inedita sull’intera opera del grande scrittore giapponese.