Giornate disorientate, estive, piene di confusione e forse di panico (si prepara l'evento eclisse solare). La protagonista, una tipica eroina al rovescio come tutte le donne di Rossana Campo, è innamorata (quasi pazza) e stravagante, dipinge con colori fortissimi, forse perché dipingere è terapeutico, e butta fuori così le passioni e il dolore. Ha lasciato Pascal, anzi è Pascal che l'ha lasciata e vive con Goli, un'iraniana, mezza sballata e mezza santa che, come la protagonista e altri amici e amiche della cerchia, è stata per un po' in un ospedale psichiatrico, a Laval. In fondo lì non stava male, in mezzo ai "disadattati, gli sfigati, i ciccioni, i fuori dal mondo, quelli che non ce la fanno, quelli che parlano con la Madonna, quelli che passano il tempo a tingere i capelli a una bambola, che sono tagliati fuori dalle conversazioni educate, dalle belle macchine, dai conti in banca, dalle vetrine coi vestiti eleganti". Isolata, terrona, innamorata, la nostra protagonista ce la fa. È forte, combatte, resiste, finché un bel giorno, affacciandosi da un silenzio e da una lontananza durati diciassette anni, arriva Renato, Reian, il padre. Come l'eclisse oscura il sole, una cappa nera avvolge la vita: chi è quest'uomo scappato via, la prima, grande, cocente, indimenticabile delusione di una figlia? "Hanno bussato alla porta e sono andata a aprire, col mio accappatoio un po' consumato e pieno di bruciature anche lui. Ho aperto e mi sono trovata davanti un uomo alto come me e con i miei stessi occhi. Ho detto: Chi sei? Io sono Renato, tu chi sei? E io sono... Uf, cazzo, che sei venuto a fare, ti avevo detto di non venire, perché sei venuto, io... Non ce l'ho fatta a dire più niente, l'ho mollato lì sulla porta e sono andata a chiudermi nel cesso. 'Azzo che accoglienza! ho sentito che diceva. Mi si è chiusa la gola, mi sono seduta sul cesso e ho aspettato che mi passava. Ho cercato di respirare. Lui dev'essere rimasto ancora un po' sulla porta. Ho sentito che ha detto: Posso entrare? Allora sono uscita di scatto ho gridato: Non farmi incazzare, non mi fare incazzare, papà, cosa ti aspetti? COSA VUOI DA ME?"