Marek, protagonista e narratore, ha deciso di scrivere il suo unico libro, e di raccontarvi la storia della sua calvizie. Rievoca quindi gli anni dell'adolescenza, a Vienna, in una famiglia molto particolare: con una madre eccentrica, esibizionista, seduttrice distratta; un padre indifferente, arido, dedito solo al lavoro; e due fratelli più grandi che avranno successo nella vita. Marek è bello, ha ricevuto una buona educazione, e nella vita vuol dedicarsi alla poesia, scrivendo versi alla Paul Celan, e soprattutto all'amour fou. Ma ben presto scoprirà di non essere apprezzato come poeta e che un destino beffardo l'ha dotato di un pene ridicolo, di dimensioni insignificanti, tale da suscitare solo l'ilarità di due belle turiste lussemburghesi. Ne derivano frustrazione e disagio, nonché il tentativo di dimensionarsi al nano che sente di essere camminando come un'anatra. Non rinuncia però a fare le sue esperienze – oggetto com'è delle attenzioni della madre del ragazzo cui dà ripetizioni, di una sua insegnante, della sorella di un amico della madre – e le prova tutte per risolvere il suo ‟problema”, dall'analisi alla chirurgia plastica, passando per una mistura di medicine omeopatiche che non sortirà altro effetto della sua prematura perdita dei capelli. Alla fine, come in un giallo, si svela il grande segreto che Marek porta con sé, legato alla scomparsa della madre precipitata in un burrone in montagna. Storia della mia calvizie è un romanzo ironico, talora esilarante, ma anche amaro e malinconico, giocato su assurdità delle situazioni, brillantezza dei dialoghi, considerazioni folgoranti, intelligente disincanto della voce narrante.
Storia della mia calvizie, pubblicato da Instar Libri nel 2003, era uscito in Olanda nel 2000 sotto falso nome e ha fatto vincere a Grunberg per la seconda volta il Premio per il miglior libro d'esordio in lingua neerlandese.
‟Storia della mia calvizie è innanzitutto un libro che racconta con ironia e leggerezza il nostro sentirci fuori posto.”
Giuseppe Culicchia