Speciale: Abel. Il ritorno di Alessandro Baricco al romanzo
Un contributo originale di Baricco sulla nascita del libro, interventi di Alessandro Mari, video e molto altro. Uno speciale in progress dedicato ad Abel. Dopo oltre 8 anni da...
Venticinque anni dopo le stragi di Capaci e di via D’Amelio, Pietro Grasso – oggi presidente del Senato, allora magistrato in prima linea nella lotta alla mafia – torna a percorrere le strade di Palermo, l’aula del Maxiprocesso, le campagne rifugio dei latitanti e le tante, troppe scene del crimine in cui ha dovuto scorgere il cadavere di uomini dello Stato trucidati dalla mafia, di amici portati via troppo presto.
La prefazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, conosciuto da Grasso durante le sue indagini sull’assassinio del fratello Piersanti, e ritrovato trentacinque anni dopo ai vertici delle istituzioni repubblicane, suggella questo straordinario libro, che non rinuncia all’emozione personale, ma vi affianca sempre l’analisi del magistrato e la prospettiva storica di chi ha molto riflettuto sul fenomeno mafioso.
Una lettera a Giovanni Falcone e una a Paolo Borsellino aprono e chiudono questo libro. L’album di una vita passata a lottare contro la mafia accanto ad amici carissimi, che sono anche simboli di impegno civile, e a contatto con boss sanguinari, che possono diventare preziosi collaboratori per la ricerca della verità.
“Caro Giovanni, scriverti non è facile, mettere ordine nei tanti pensieri e nelle innumerevoli cose che ho da dirti. C’è quel lieve imbarazzo tipico di quando due vecchi amici, abituati a condividere la quotidianità, fatta di cose grandi e piccole, si rincontrano dopo che per qualche anno si sono persi di vista: basta un saluto, uno sguardo, un abbraccio per ritrovare subito l’antica confidenza.”
Pietro Grasso è entrato in magistratura nel 1969. È stato giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa nostra e procuratore capo a Palermo. Dall’ottobre 2005 al gennaio 2013 è …