Sull'Apocalisse

di Gioacchino da Fiore

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“Vale la pena di volgere la mente al naufragio che ci incombe”

Gioacchino – ha scritto Ernst Bloch – fu il primo a stabilire un tempo per la venuta del regno di Dio, per il regno del comunismo, e ad esigerne l’osservanza. Ma la selva simbolica degli scritti gioachimiti si presta a molte interpretazioni. Poeti come Dante e Yeats, pensatori come Montaigne, Hegel e Marx, romanzieri come George Sand e James Joyce hanno tratto ispirazione dal “pensar per figure” del grande mistico calabrese. L’opera di Gioacchino da Fiore costituisce una monumentale impresa intellettuale che, muovendo dalle discipline tradizionali del pensiero cristiano – l’esegesi e la teologia –, giunge a una nuova visione del mondo, e quindi ad un’autentica e rivoluzionaria filosofia.
Questo libro contiene una chiara ed esauriente introduzione al pensiero e all’opera di Gioacchino ed è la prima traduzione per intero di un suo scritto, sospeso come un ponte fra una doppia apocalisse: ora affresco della fine del tempo, ora verbale della fine del racconto.

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Gioacchino da Fiore

Gioacchino da Fiore (1135-1202) è il più grande scrittore apocalittico dopo l’evangelista Giovanni. Mistico e pensatore fra i più originali e fecondi del nostro Medioevo, fu, in vita, tenuto in …

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