Sveglia

di Nadine Gordimer

Paul Bannerman, trentacinquenne direttore di un’associazione ambientalista sudafricana, crede di avere l’assoluto controllo sulla propria vita. La sua esistenza cambia radicalmente quando gli viene diagnosticato un cancro alla tiroide. Gli prescrivono un trattamento che lo fa diventare radioattivo e quindi potenzialmente pericoloso per gli altri. Decide allora di lasciare temporaneamente la moglie Bennie e il figlio Nickie per trasferirsi a casa dei genitori dove per un periodo vive in una specie di quarantena. In questo soggiorno forzato nella casa dell’infanzia, accudito dal padre Adrian e dalla madre Lindsay, Paul ha finalmente il tempo per pensare alla sua vita e si rende conto di molte cose, come la contraddizione fondamentale tra i valori che guidano il suo lavoro e quelli invece della moglie, che dirige un’agenzia pubblicitaria. Anche la madre progressivamente viene contagiata da questo stato esistenziale del figlio e inizia a fare i conti con il suo passato. Nel frattempo, i progetti di costruzione di un reattore nucleare e di una serie di dighe su un delta preoccupano Paul come se fosse ancora in ufficio. Quando finalmente torna a casa e riprende a lavorare, si accorge di come questa piccola parentesi abbia modificato le esistenze di chi lo circonda: la moglie gli svelerà di volere un secondo figlio, i genitori se ne andranno in Messico per realizzare finalmente il sogno del padre di dedicarsi all’archeologia. Le conseguenze imprevedibili di tanti cambiamenti rappresentano la sorpresa finale di queste appassionate esistenze individuali. L’autrice delinea la vasta realtà del suo paese, sia quella politica, economica o sociale, sia quella delle nuove relazioni tra bianchi e neri, dei nuovi problemi e delle nuove soluzioni. Lo stile, tipicamente gordimeriano, porta il lettore a trascorrere da un argomento all’altro, dall’analisi dei rapporti sentimentali (tradimenti, amore coniugale, amore per i figli...) a questioni economiche ed ecologiche proprie del Sudafrica ma valide per il mondo intero; dalla storia di un fiume che è morte e vita per chi vive lungo le sue rive, all’emancipazione dei neri e della donna; dall’apartheid a un nuovo rapporto tra i sudafricani.
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Nadine Gordimer

Nadine Gordimer (1923-2014), nata nel Transvaal, in Sudafrica, premio Nobel per la letteratura nel 1991, ha pubblicato con Feltrinelli: Un mondo di stranieri (1961), Occasione d’amore (1984), Un ospite d’onore …

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  • Marchio: FELTRINELLI
  • Data d’uscita: 23 Marzo 2006
  • Collana: I Narratori
  • Pagine: 175
  • Prezzo: 16,00 €
  • ISBN: 9788807016950
  • Genere: Narrativa
  • Traduttore: Grazia Gatti
Addio a Nadine Gordimer

Addio a Nadine Gordimer

La scrittrice sudafricana Premio Nobel per la Letteratura 1991 è morta il 13 luglio a 90 anni, nella sua casa di Johannesburg. Un ricordo di Inge Feltrinelli e un video.

Intervista a Nadine Gordimer su Sveglia!

Intervista a Nadine Gordimer su Sveglia!

Dice: ‟Le parole sono il mezzo che ho sempre usato per cercare di comprendere il mistero dell’esistenza”. Nadine Gordimer, 82 anni, rappresenta con Doris Lessing la voce femminile di lingua inglese della letteratura sudafricana. Da sempre la sua vita si identifica con la scrittura; quando era bambina leggeva tutto quello che le capitava a tiro e il suo primo racconto lo scrisse appena quindicenne. Anche il suo impegno politico e sociale contro ogni razzismo e ogni sopraffazione viene da lontano; almeno da quando ragazzina, lei figlia di padre lituano e di madre inglese, cominciò a comprendere che, nel suo paese, i neri erano stranieri senza diritti e senza difese. Da allora e per mezzo secolo ha combattuto l’apartheid; ha scritto racconti e romanzi tradotti in tutto il mondo e saggi e articoli che testimoniano il suo ruolo di eccezionale coscienza critica nel vecchio e nel nuovo Sud Africa e, nel 1991, ha vinto il premio Nobel per la letteratura. Il suo ultimo libro Get a life, Sveglia! nella versione italiana in uscita per Feltrinelli è una storia emozionante in cui si intrecciano problemi contemporanei e sentimenti. La salvaguardia della natura e il progresso economico, la lotta contro l’Aids e la complessità delle relazioni umane, ma anche la nuova povertà nel Sud Africa post-apartheid. Del suo romanzo più recente Nadine Gordimer parla volentieri - ‟l’inquinamento è un pericolo talmente enorme...” - mentre non vuole far cenno ai suoi progetti futuri. ‟Per scaramanzia”, assicura, perché ‟chi parla troppo di una storia, magari alla fine non la scrive”.