Paul Bannerman, trentacinquenne direttore di un’associazione ambientalista sudafricana, crede di avere l’assoluto controllo sulla propria vita. La sua esistenza cambia radicalmente quando gli viene diagnosticato un cancro alla tiroide. Gli prescrivono un trattamento che lo fa diventare radioattivo e quindi potenzialmente pericoloso per gli altri. Decide allora di lasciare temporaneamente la moglie Bennie e il figlio Nickie per trasferirsi a casa dei genitori dove per un periodo vive in una specie di quarantena. In questo soggiorno forzato nella casa dell’infanzia, accudito dal padre Adrian e dalla madre Lindsay, Paul ha finalmente il tempo per pensare alla sua vita e si rende conto di molte cose, come la contraddizione fondamentale tra i valori che guidano il suo lavoro e quelli invece della moglie, che dirige un’agenzia pubblicitaria. Anche la madre progressivamente viene contagiata da questo stato esistenziale del figlio e inizia a fare i conti con il suo passato. Nel frattempo, i progetti di costruzione di un reattore nucleare e di una serie di dighe su un delta preoccupano Paul come se fosse ancora in ufficio. Quando finalmente torna a casa e riprende a lavorare, si accorge di come questa piccola parentesi abbia modificato le esistenze di chi lo circonda: la moglie gli svelerà di volere un secondo figlio, i genitori se ne andranno in Messico per realizzare finalmente il sogno del padre di dedicarsi all’archeologia. Le conseguenze imprevedibili di tanti cambiamenti rappresentano la sorpresa finale di queste appassionate esistenze individuali. L’autrice delinea la vasta realtà del suo paese, sia quella politica, economica o sociale, sia quella delle nuove relazioni tra bianchi e neri, dei nuovi problemi e delle nuove soluzioni. Lo stile, tipicamente gordimeriano, porta il lettore a trascorrere da un argomento all’altro, dall’analisi dei rapporti sentimentali (tradimenti, amore coniugale, amore per i figli...) a questioni economiche ed ecologiche proprie del Sudafrica ma valide per il mondo intero; dalla storia di un fiume che è morte e vita per chi vive lungo le sue rive, all’emancipazione dei neri e della donna; dall’apartheid a un nuovo rapporto tra i sudafricani.