“Un’irresistibile storia d’amore e violenza.”
In una casa sul mare circondata dai fiori vivono Yūko, che si prende cura del marito non autosufficiente, e il giovane e vigoroso Kōji. Quest’ultimo è appena uscito dal carcere dopo aver scontato una condanna proprio per aver ferito gravemente alla testa Ippei, il marito di Yūko. Innamoratosi della giovane donna, il ragazzo aveva voluto difenderla, segnando per sempre il proprio destino e quello della coppia di sposi: l’uomo ne era rimasto infatti semiparalizzato, quasi incapace di parlare e con un perenne, inquietante sorriso sul volto. Nonostante la corrente di passione che li unisce e i profumi dell’estate che inebriano l’aria della penisola, i due giovani sono ossessionati dalla presenza silenziosa e rassegnata dell’invalido: non sopportano il sospetto di essere guardati come due animali che si trastullano, innocentemente felici. Il senso di colpa, il sorriso perenne di Ippei e le indecisioni di Yūko permeano l’atmosfera di una tensione crescente, che sembra far precipitare il trio verso il compimento inevitabile di un segreto desiderio di espiazione. Vissuta sullo sfondo di una natura idilliaca, tra le spiagge e le pinete della penisola di Izu, questa storia di un eros che conduce irragionevolmente alla rovina acquista un’aura di essenzialità e fatalità che è stata paragonata da molti a quella della tragedia greca.