“Aveva avuto anche lei la sua storia d’amore”
Questi piccoli capolavori che sono i Tre racconti, pubblicati nel 1877, furono scritti mentre il loro autore stava componendo quell’invettiva contro la stupidità umana che è Bouvard e Pécuchet e, come dice Camillo Sbarbaro, “Flaubert riesce tuttavia, e quasi suo malgrado, a creare proprio allora quest’opera, che si offrirà ormai alle nuove generazioni letterarie come la più pura eredità, l’affermazione testamentaria di un autentico credo artistico”. L’opera è articolata in tre episodi che costituiscono un autentico trittico narrativo, molto più che una raccolta di racconti, con una sua cadenza ritmica e un’armonia nella varietà stilistica. Dapprima la cronaca di un’esistenza semplice, umile e oscura, come è quella della fedele serva di provincia Felicita in Un cuore semplice. Quindi La leggenda di san Giuliano spedaliere, la cui ispirazione era derivata da una vetrata normanna e che mette in scena l’avventurosa vicenda di un uomo che cerca invano di fuggire l’orribile destino di assassino dei genitori per poi divenire simbolo, attraverso le prove del pentimento e dell’espiazione, della vita tragica ed eroica del martire. Infine, il racconto di derivazione biblica della decollazione del Battista concessa dal potente Erode alla feroce Erodiade quale premio per la danza di Salomè.